L’ONEIP – Nucleo di studi interdisciplinari sugli psicoattivi – è stato fondato nel 2001 ed è un nucleo di ricerche sulle sostanze psicoattive che unisce studiosi nel campo delle scienze umane legate a diverse istituzioni per promuovere una comune reflessione sul tema. L’ONEIP ha svolto soprattutto la funzione come spazio di dialogo accademico utile per lo sviluppo delle nostre ricerche personali. Fin’ora uno degli sforzi più importanti è stato quello di realizzare un corso universitario rispetto le attuali prospettive nello studio di droghe durante il primo tremestre del 2003 nel dipartimento di Antropologia della FFLCH della USP.
Lavoriamo per occupare sempre più spazio nel dibattito pubblico sul “problema delle droghe”, con la certezza che le Scienze Umane hanno un ruolo fondamentale in questo campo generalmente dominato da professionisti nell’area della salute e da posizioni molte volte preconcette. Il nostro abbordaggio in campo teorico non ci esime dal riconoscere la necessaria posizione sperimentale e si distingue, principalmente, per la interdisciplinarietà dei diversi saperi sia nel campo storico, sociologico e antropologico come anche nella psicologia, l’economia e con le arti oppure ancora più in generale, la filosofia.Come ricercatori ci sentiamo obbligati a prendere una posizione politica ed etica indispensabile davanti alla questione delle droghe in quest’epoca in cui viviamo, dichiarando di opporci al regime proibizionista che è presente in scala internazionale.
A chi appartengono le nostre esperienze, le nostre menti, i nostri desideri? Chi ha il potere di guidare il nostro destino, condizionare le nostre ricerche interiori? Le nostre vite e le nostre questioni sono di fatto le nostre? Da quasi un secolo la maggior parte degli stati nel mondo affermano che questi nostri percorsi non sono solamente nostri ma anche i loro. In nome di un benessere e sicurezza, nascere, morire, vivere, procreare, relazionarsi – per eccelenza cose umane si trasformano in qualcosa di controllo esterno, politico, totalizzante. Sperimentare la propria esistenzia non dipende più dalle scelte individuali o di gruppo sociale (famiglia, comunità, religioni).
L’uso di psicoattivi con fini religiosi, di autoconoscenza o di piacere edonista sono classificati per lo stato e per la “società” come cammini pericolosi e anormali e anche come illegali e proibiti. La condanna morale ha vinto lo status sulla condanna legale, incriminando coloro che vogliomo disporre pienamente delle proprie menti e dei propri corpi. L’obiettivo principale sulla proibizione delle droghe è quello di bandirle. Siamo al corrente che l’uomo si rapporta da millenni con sostanze che alterano la coscienza, incontrando in ogni caso modi di gestire l’uso e l’abuso. E’ da soltanto un secolo che si cerca la distruzione definitiva di queste abitudini. Ricerca che potenzia soltanto l’uso nocivo, oltre a produrre un enorme e potente mercato illecito: il narcotraffico. Le ansie individuali e le manifestazioni culturali relazionate all’uso dei psicoattivi cadono in questo modo nella valle comune degli atti spuri che devono essere perseguitati da uno stato che pretende difendere la società.
L’intollerabile di questa situazione è il denominatore che sostiene il NEIP, gruppo simultaneamente di carattere intellettuale, di ricerca e intervento politico. L’occhio dei diversi studiosi di questo tema delle droghe qui ha un solo terreno: la critica ferma al proiobizionismo e la difesa etica delle esperienze individuali e collettive con psicoattivi, viste come attitudini umane e sociali legittime. Il bersaglio del NEIP è la proibizione e la sua missione è creare problemi al tema della illegalità delle droghe, chiamando l’attenzione sugli effetti politici e sociali della lotta a queste sostanze che è di fatto una lotta direzionata a gruppi sociali, abitudini individuali, pratiche secolari. Da questo attacco la posizione di difesa è che si possa scegliere il modo como utilizzare psicoattivi con le proprie necessità esistenziali.
E’ importante sottolineare che non abbiamo opinioni uguali, una formola o una soluzione per la legalizzazione e politica sulle droghe (i.e “legalizzare”,“decriminalizzare”, “regolamentare”, “liberare” ecc) cosi’ come non sosteniamo un allineamento totale e diretto con associazioni e reti legate al tema nell’ambito nazionale ed internazionale. Soprattutto abbiamo un compromesso con le ricerche scientifiche sulle droghe, cercando di astenerci al massimo da idee preconcette e mantenendo un’attitudine di costante riflessione sull’assunto. Nel NEIP esistono diverse posizioni politiche e teoriche sulle droghe, ed è questa diversità che costruisce la nostra riflessione. Un punto in comune tra noi membri è la questione delle divisioni delle droghe illecite e quelle lecite, cosi’ come si presenta a livello internazionale e che il problema delle droghe è il risultato della attuale politica di guerra alle droghe, oltre a difendere come principio etico l’autonomia dell’individuo sul proprio corpo – incluso l‘uso di sostanze psicoattive come tramite di alterare le senzazioni e le percezioni. In poche parole siamo anti-proibizionisti, che non è una posizione semplice pro-droghe e né una difesa sull’uso.
Nel nostro sito si trovano articoli, rassegne, interviste e annotazioni di ricercatori del NEIP, e siamo aperti anche a ricevere contribuzioni da altri ricercatori sul team di psicoattivi che hanno a che vedere con i nostri presupposti generali.Il NEIP è anche aperto per incontrare nuovi partner e interlocutori disposti ad entrare in questa ricerca che ci spinge , mobilizza e seduce all’urgenza di sollevarsi eticamente ed esteticamente facendo spazio alla libertà e prendendo il controllo della nostra esistenza.
Fondazione, 2001: (in alto da sinistra) Edward MacRae, Thiago Rodrigues, Henrique Carneiro, Sandra Goulart, Silvia Miskulin; (in basso da sinistra) Guillaume Pfaus, Mauricio Fiore, Beatriz Labate, Walter Varanda.